presented by VICE Italia

La storia dell'industria discografica degli ultimi decenni racconta un torto: il mancato riconoscimento del fondamentale apporto culturale degli afroitaliani e, più in generale, delle seconde generazioni, alla storia musicale di questo paese. Non è certamente un discorso che può essere limitato soltanto alla diaspora africana (basti pensare allo sterminato universo delle musiche latine), eppure, in quest'ottica, è particolarmente significativo. Lo si deve in gran parte allo straordinario successo commerciale che anche in Italia ha avuto negli ultimi anni il rap e ogni suo derivato, compresa la tanto bistrattata trap.
Trattandosi di suoni che proprio dalla comunità afroamericana hanno tratto il loro DNA musicale è quindi doveroso riflettere su questa tematica, oltre che su tutto quello che ne deriva: il linguaggio e le radici socioculturali, il sentimento d'identità o appartenenza, il razzismo e l'appropriazione culturale.
Dunque, grazie a diverse figure che animano l'humus culturale dell'industria musicale italiana, vogliamo provare a riflettere sulla questione, ragionando sul presente in cerca di passi concreti e fecondi da compiere per migliorare il futuro.